Che l’esposizione sia un qualcosa davvero fuori dagli schemi lo si vede già dall’ingresso al piano terra, tra le sale della collezione Chini e la sala Chilesotti, dove il visitatore viene accolto da un GRANDE ZERBINO.
Sul tappeto compare al centro la silhouette del fiume Brenta attorniato, sui due distinti territori della sponda sinistra e della sponda destra, da vari simboli. “Questo zerbino – spiega Antonio Riello introducendo la mostra alla vernissage – si richiama ai Remondini, che dividevano il mondo da una parte e dall’altra del Brenta. Ad est c’erano gli Schiavoni e ad ovest i Tesini. Le immagini sono rappresentate come nelle carte da parati remondiniane.